La Grande Mela ha ospitato il convegno annuale di IGLTA ed è pronta a festeggiare il 50° anniversario dei moti di Stonewall in pompa magna accogliendo a giugno il primo World pride degli Stati Uniti. Vi proponiamo alcune idee per chi programma un viaggio nella città che non dorme mai.

  

Si è svolta a fine aprile presso l’albergo Hilton Midtown il 36° convegno di IGLTA, l’associazione internazionale del turismo LGBT, che con un numero record di 675 partecipanti provenienti da 49 paesi è stata la più partecipata in assoluto fino a oggi.

Tre giorni molto intensi e con un programma d’incontri come sempre fitto, dove si è parlato delle ultime tendenze del turismo arcobaleno e delle direzioni che sta prendendo, con un’attenzione sempre maggiore alle esigenze della viaggiatrice e del viaggiatore transgender o gender non conforming.

Per la prima volta, infatti, ogni partecipante aveva indicato sul proprio badge di riconoscimento oltre a nome, azienda o testa giornalistica che rappresentava e nazione, anche il pronome personale in inglese con cui voleva essere identificato, che fosse specifico come he/his/him (lui) o she/her/hers (lei) o “neutrale” come they/them/theirs o ze-zie/hir/hir, intraducibili in una lingua dove vale il “binarismo di genere” come l’italiano. Anche sull’acronimo che spiega la nostra comunità si è arrivati alla nuova forma inclusiva LGBTQ+.

Alla fine dell’ultima giornata, il testimone è passato alla città di Milano che il prossimo anno a maggio ospiterà  la 37a edizione con una grande festa organizzata da ENIT, l’agenzia nazionale del turismo, presso l’elegantissimo negozio con ristorante 10 Corso Como New York nel Seaport district, ultima espansione del famoso concept store presente nel capoluogo lombardo dal 1990, per dare un primo “assaggio” della capitale mondiale della moda e del design.

New York è divisa in 5 boroughs o distretti che svolgono come enti locali i compiti di base all’interno della più generale amministrazione comunale: Manhattan, Bronx, Brooklyn, Queens e Staten Island.

Manhattan vi darà l’impressione di conoscere già la città per averla vista mille volte e più in film e telefilm (alzi la mano tra i gay chi non conosce a menadito tutte le sei stagioni di Sex and the City, e a proposito l’appartamento di Carrie Bradshaw si trova al numero 66 di Perry Street). In generale le cose da fare e da scoprire sono praticamente sconfinate e forse ci vorrebbe almeno un mese di tempo solo per una prima “fugace” visita.

Chi non ha mai visitato la città nella lista delle cose da non perdere dovrebbe includere l’Empire State Building (quello dove sale King Kong prima che sia abbattuto dagli aerei) e Times Square con la zona dei teatri dove vedere almeno un musical. Vi suggeriamo Chicago come grande classico, il nuovo ultra camp The Cher Show (supervisionato e approvato dalla diva in persona!) e The Prom che racconta di un’adolescente a cui è vietato portare un’altra ragazza al ballo della sua scuola (nominato per ben sette Tony Awards, i premi riservati a produzioni o spettacoli di Broadway).

Imperdibili sono una passeggiata per Central Park, il Museum of Modern Art (anche solo per vedere Les Demoiselles d’Avignon di Picasso), il Guggenheim Museum (per la sua iconica architettura a opera di Frank Lloyd Wright), la Statua della Libertà (prenotate il biglietto per il battello in anticipo o siate pronti a fare ore di coda), attraversare a piedi il ponte di Brooklyn (calcolate circa mezz’ora da una riva all’altra), la stazione dei treni di Grand Central Terminal, il Flatiron building (uno degli edifici più riconoscibili di New York), il luna park di fronte al mare a Coney Island (prendete la linea D e godetevi dal finestrino il panorama della periferia), una domenica mattina a Harlem per ascoltare il gospel durante la messa…

Come giro off the beaten tracks, zone fuori dal turismo di massa, Williamsburg nella parte nord di Brooklyn ha una zona artistica che si snoda intorno a Bedford Avenue (arrivate con la linea L della metropolitana fino all’omonima stazione). Il quartiere è anche fulcro della comunità ebrea ortodossa hassidica (spostatevi e percorrete Lee Avenue), un’area che vi farà sentire fuori del tempo e dello spazio pur se immersi nella tipica architettura di case a schiera con i gradini per accedere alla porta d’entrata. Autenticità garantita al 100% contro una gentrificazione a ritmo forsennato di altre parti della città.

Se volete sfruttare al meglio il vostro tempo vi consigliamo di acquistare il New York Pass che vi dà l’entrata gratuita e rapida a oltre 100 delle migliori attrazioni e a grandi risparmi rispetto ai prezzi normali alla biglietteria, oltre a un tour in bus hop on hop off per salire e scendere quando si vuole lungo il percorso a tappe.

La metropolitana funziona 24 ore al giorno e c’è un abbonamento Metrocard da 7 giorni con corse illimitate che risulta molto conveniente. Le distanze sono enormi, quindi siate pronti a lunghe camminate per i quartieri (e spesso con il naso all’insù), e a trasferimenti anche di un’ora da un punto all’altro che vorrete visitare.

Parliamo adesso di quanto si sta organizzando in occasione della commemorazione dei 50 anni dello Stonewall uprising, l’insurrezione improvvisa che ha segnato quella fatidica notte del 28 giugno 1969. Per tutto l’anno, nei cinque distretti sono in programma tanti eventi, mostre, manifestazioni che celebrano la comunità LGBT.

Due sono i siti da visitare per sapere cosa accadrà e come organizzarsi in base ai propri interessi: quello ufficiale del World Pride 2019 e quello di NYC & Company, l’organizzazione ufficiale per la città di New York di destination marketing.

Se le date della commemorazione sono dal 26 al 30 giugno, i più disparati eventi si susseguiranno per tutto il mese e alcune mostre saranno in esposizione sia prima che dopo tra cui Love & Resistance: Stonewall 50 presso la sede principale della biblioteca pubblica sulla Quinta strada (fino al 13 luglio), mentre a SoHo al Leslie-Lohman Museum of Gay and Lesbian Art Art after Stonewall 1969 to 1989 (fino al 21 luglio e con una seconda parte presso NYU’s Grey Art Gallery a pochi isoiati di distanza) esamina l’impatto del movimento per i diritti civili LGBT sul mondo dell’arte.

Da turista LGBT una visita imprescindibile è quella allo Stonewall Inn in Christopher street. L’interno del locale non è più quello originale ma il colpo al cuore è comunque assicurato. A poca distanza, dal 1983 il Lesbian, Gay, Bisexual &Transgender Community Center offre ogni tipo di servizio alla comunità arcobaleno e vale la pena una visita per imparare come dovremmo organizzarci, ma anche solo per le immagini omoerotiche che Keith Haring dipinse nei bagni.

Per le ragazze in specifico, il Lesbian Herstory Archives ospita la più grande collezione di materiali al mondo di e sulle lesbiche e le loro comunità. Chi ama la storia troverà pane per i suoi denti nel progetto NYC LGBT Historic Sites Project, la prima iniziativa volta a documentare i siti culturali e storici LGBT in tutti e cinque i distretti. I luoghi presentati evidenziano la ricchezza della storia arcobaleno della città e la sua influenza in America. Tra i percorsi presentati anche uno specifico a tema transgender.

Per chi ama storia della moda quest’anno la mostra primaverile del Costume Institute del Metropolitan Museum of Art esplora le origini dell’estetica del camp attraverso circa 200 oggetti, tra cui abbigliamento femminile e maschile, sculture, dipinti e disegni dal XVII secolo fino ai giorni nostri. Il titolo della mostra si ispira al saggio del 1964 della scrittrice Susan Sontag, Notes on Camp (fino all’8 settembre).

Per evitare scelte di parte e vista l’oggettiva difficoltà di enumerare tutti i locali a tema presenti, vi lasciamo il compito di fare una ricerca in base alle vostre preferenze. Che apprezziate il mondo fetish BDSM, apparteniate alla sottocultura ursina dei bear, impazziate davanti alle performance delle drag queen, desideriate sorseggiare eleganti cocktail sulla terrazza di un esclusivo rooftop bar, cerchiate il mondo queer underground più all’avanguardia o quant’altro, New York è in grado di offrire qualsiasi cosa e probabilmente anche molto di più.

Le rivolte di Stonewall furono un seme che in realtà avrebbe germogliato lentamente e solo negli anni successivi. I primi cortei commemorativi, infatti, si svolsero nel 1970 ma è diventato l’unico momento della storia LGBT famoso a livello internazionale.

Il corteo del pride è quindi diventato una delle più grandi manifestazioni politiche del pianeta, poiché avviene in quasi contemporanea in più di 250 luoghi nel mondo e ha già portato al cambiamento di legislazioni nazionali modificando tradizioni culturali millenarie. Non fosse che per questo motivo, un viaggio a New York va preso in considerazione almeno una volta nella vita.