Un festival teatrale di ampio respiro gestito da giovani artisti ad Alvito, nella Valle di Comino, giunge alla seconda edizione con l’intenzione di “tracciare un ponte tra le energie teatrali contemporanee e le realtà locali”.

 

Si è fatto conoscere lo scorso anno come una nuova, insolita realtà teatrale: “Castellinaria”, organizzato dalla Compagnia Habitas, giunge alla seconda edizione (sino al 10 agosto), ospitato nei suggestivi spazi del castello Cantelmo nel pittoresco borgo di Alvito in provincia di Frosinone, zona a ridosso dell’Appennino abruzzese e vicina al confine con Lazio e Molise.

È un progetto articolato che, come testimonia il nome, prende forma dal basso, dalla terra che feconda e da cui si lascia contaminare per elevarsi “in aria”, dialogando con le associazioni e le realtà attive sul territorio. Quest’anno viene intitolato Segnali di fumo, confermando la sua vocazione alla sinergia con il paesaggio che lo accoglie, terreno di eccellenze agricole e enogastronomiche per proporre un osservatorio aperto e privilegiato sui linguaggi performativi e sulle drammaturgie contemporanee, lontano dai clamori delle metropoli.

Le intense otto giornate comprendono spettacoli serali, concerti, laboratori e attività mediapartners con la partecipazione di artisti internazionali, italiani e locali, integrate da tre giornate di lavori e dibattiti, coordinati da C.Re.S.Co. (Coordinamento delle realtà della scena contemporanea) sul tema della distribuzione ragionata, ovvero un’occasione per interrogarsi sulle possibilità di creare nuove strategie circa la distribuzione degli spettacoli dal vivo.  

Tra le proposte presentate segnaliamo Signorina, lei è un maschio o una femmina?, monologo comico di Gloria Giacopini (anche in scena) e Giulietta Vacis che scelgono la chiave del divertissement per stimolare un ragionamento sull’attualissima e controversa questione del gender. Se da bambina t’insegnano che ti deve piacere il rosa ma a te piace il blu, significherà qualcosa? E se tua mamma alla domanda “Come ti chiami?” ti suggerisce di rispondere “Marco”, perché “Gloria” con la tua voce sembrerebbe uno scherzo, la tua strada è segnata? Il progetto è nato in occasione della giornata contro la violenza sulle donne nel 2018.

Altra significativa presenza femminile è stata quella di Laura Nardinocchi della compagnia Rueda Teatro che con Pezzi si è aggiudicata il primo premio al Roma Fringe Festival 2019. La pièce tocca il tema dell’assenza con cui in un giorno di festa si affrontano una madre e le sue due figlie.

Per l’apertura è stata scelto La più meglio gioventù, un reading a cura di Francesco Montanari e Alessandro Bardani, ispirato ad alcuni capolavori del cinema d’autore (compreso il film di Marco Tullio Giordana a cui si rifà il titolo) e al teatro canzone di Giorgio Gaber. La scena internazionale è stata rappresentata dalla compagnia Barletti-Waas (Lea Barletti e Werner Wass) con Tristezza & malinconia ovvero il più solo solissimo George di tutti i tempi, testo di Bonn Park sullo spinoso tema della depressione.  

Ivano Capocciama ha lasciato il ruolo di organizzatore ricoperto lo scorso anno per tornare in quello di attore accanto a Gabriele De Ritiis con Viziami, un canto d’amore, racconto di un viaggio all’interno di un cuore afflitto e in cerca di redenzione. Un’altra prima assoluta è quella di Evoè Teatro che presenta Trilogia – Tre atti di vita, ideato da Paolo Grossi che analizza non senza crudeltà tre situazioni della vita quotidiana.    

Venerdì 9 agosto troviamo in cartellone prima Alice nel paese delle meraviglie?, testo di Laura Jacobbi e regia di Paola Iacobone con i detenuti della casa Circondariale di Cassino. A seguire la compagnia Lidelab propone Le mille e una notte – IV ora, spettacolo di cui Silvia Rigon firma concept, regia e drammaturgia, in collaborazione per regia e scenografia con Lucia Menegazzo. Si tratta di una rivisitazione del mito di Shahrazàd la quale raccontando storie riesce con la sorella a sopravvivere, sventando gli intenti omicidi del sultano.

Sabato 10 il festival si chiude con gli ultimi due appuntamenti: Un po’ di più di e con Zoe Bernabéu e Lorenzo Covello che affiancano la danza alla parola per definire un percorso d’indagine sull’amore tra due giovani e Ridi su sto ca..o, un’irriverente performance a cura degli Habitas con cui gli ideatori, non rivelandone il contenuto, intendono prendere di sorpresa lo spettatore. Per finire in bellezza un’allegra festa di chiusura con grande falò di mezzanotte al Castello.