LA FISICA DELL’ATTRAZIONE

LA FISICA DELL’ATTRAZIONE<dataavatar hidden data-avatar-url=https://secure.gravatar.com/avatar/985eb5a3abd6d4dfd3ea62c6030f32e9?s=96&d=mm&r=g></dataavatar>
La meccanica quantistica rappresenta assieme alla relatività un punto di svolta rispetto alla fisica classica, portando alla nascita della fisica moderna. Esiste però un mondo in cui non valgono le leggi fisiche usuali, ma quelle più complicate e misteriose della seduzione.

 

Ci sono sicuramente innumerevoli modi per scoprire il proprio orientamento sessuale, tra sconcerti e stupore, ma Lesbismo & Meccanica Quantistica (ed. StreetLib), il secondo romanzo dell’astronoma prestata alla scrittura sotto lo pseudonimo di Vanessa West, si annuncia sulla quarta di copertina come un “diario psicopatologico e scientifico-letterario di un anno di università”.

La protagonista è l’io-narrante di Vanessa che riporta gli eventi relativi alla propria primissima formazione accademica tra i banchi della facoltà di Fisica, dove incontra e si “scontra”, come atomi impazziti, con le vicende di Olivia e Gemma, compagne dello stesso corso.

Il “paio di ragazze, un binomio di studentesse o una pariglia di amiche” che si siedono all’unisono, entrano ed escono in sincrono incuriosendo Vanessa, sono una coppia lesbica, e come tali dapprima vengono studiate da lontano nell’aula dove si tengono le lezioni, e poi sempre più da vicino: negli spazi comuni dell’ateneo, al cinema, a casa, in gita.

La relazione amicale sarà per Vanessa l’occasione di scoprire l’amore lesbico, così come le complesse lezioni daranno vita al futuro intellettuale della scienziata.

A tenor di trama ci si potrebbe legittimamente aspettare un romanzo introspettivo, denso di metafore, iperboli e altre figure retoriche utili a rappresentare le molteplici emozioni della scoperta del lesbismo in generale (e del proprio personale lesbismo in particolare): indecisioni, euforie, paure, gelosie, sensi di colpa, brividi carnali. Insomma un set destinato a suscitare nostalgia della gioventù sui banchi di scuola. E invece no.

Né Vanessa né Gemma né Olivia (né Matilde alla fine del romanzo) indugeranno in conversazioni futili o condivisioni tragiche. Si dedicheranno invece ad accese discussioni sulle teorie scientifiche appena apprese (“cercare di indagare il mondo senza matematica equivarrebbe ad aggirarsi vanamente per un oscuro labirinto”), che sono ampiamente spiegate per chi al liceo in Fisica arrivava a malapena alla sufficienza se andava bene.

Tra le pagine si svelano opposti ma complementari approcci alla scienza, nell’amore per la quale vanno però registrate un paio di eccezioni al tenore dotto delle disquisizioni: le tette di Matilde e il bacio furtivo con lingua.

Siate pronte quindi a condividere i postulati di base delle 156 pagine in cui si alternano metodicamente paragrafi di fisica teorica e di storia della scienza, considerazioni sulle biografie di scienziati, citazioni letterarie, aneddoti e ricostruzioni di vari esperimenti scientifici.

Nei continui, armonici e godibili dualismi tra scienza & umanesimo, lesbismo & meccanica quantistica, i caratteri di Olivia & di Gemma (l’uso della & commerciale non è un vezzo ma non riveleremo qui il perché), si inserisce il brillante supporto di DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo cui la protagonista dà voce per alleggerire con ironia le costanti elucubrazioni.

Risulta invece più sfidante l’approccio metodologico tra due livelli di narrazione come il saggio e il romanzo, dove la lettura subisce una decisa prevaricazione del primo sul secondo. La prevaricazione si esprime non solo e non tanto in termini di spazio nell’economia del libro quanto soprattutto in termini di sconfinamento di registro, risultando in una lettura che a volte confonde…

Una lettrice rimasta alla larga dalle aule universitarie di fisica, addirittura compromettendosi con studi umanistici, è possibile che provi una certa frustrazione ad affrontare condensate in meno di 200 pagine le questioni relative ai massimi sistemi dell’universo, mentre tenta di raccogliere qualche briciola del racconto lesbico.

Potrebbe pure perdersi tra gli oscuri titoli di paragrafo che come i manuali del liceo paralizzano i neuroni, e potrebbe anche sentirsi minacciata dalle note a fine capitolo con annesse formule/equazioni/rimandi trabocchetto.

Una seconda schiera di lettrici, più aduse alle scienze dei numeri, sarà quindi forse più facilitata a cogliere il flusso della narrazione, e potrà agilmente farsi accompagnare dalla vicenda di Vanessa West che, come una scienziata alla ricerca delle leggi della natura, alla fine carpisce il segreto dell’amore tra donne che scardina il dogma dell’eterosessualità.

Ma se la lettrice ha frequentato aule di matematica, fisica, astronomia, magari traguardando la laurea o piantando le tende in università, il sollazzo della reinterpretazione colta delle nozioni scientifiche che hanno illuminato la carriera e la vita della scrittrice sarà impareggiabile. Ridacchierà sotto i baffi all’idea della lavagna-specchio su cui scorrono le teorie scientifiche come in una mondovisione, si terrà la pancia per le spassose disquisizioni sulle vite degli scienziati e sulle fortune/sfortune delle loro teorie, si illuminerà delle assonanze con la cultura umanistica.

Nelle pieghe dell’inseguimento dialettico tra scienze esatte e studi umanistici, in cui la vita interiore della protagonista, in effetti, finisce per essere solo vagamente tratteggiata, si inserisce il brillante supporto di DOC, il disturbo ossessivo-compulsivo cui la protagonista dà voce per alleggerire con ironia le costanti elucubrazioni.

Nei continui dualismi tra scienza & umanesimo, lesbismo & meccanica quantistica, i caratteri di Olivia & Gemma, (l’uso della & commerciale non è un vezzo ma non riveleremo qui il perché) se ne rileva un altro molto più sfidante: quello metodologico tra due livelli di narrazione come il saggio e il romanzo.

Mentre nei dualismi sostanziali si percepisce un dialogo armonico e godibile, nel dualismo di metodo invece si subisce una decisa prevaricazione del saggio sul romanzo. La prevaricazione si esprime non solo e non tanto in termini di spazio nell’economia del libro quanto soprattutto in termini di sconfinamento di registro, risultando in una lettura non alla portata di tutte…

ADV