Pigi e suo marito Franco stanno insieme da 16 anni e sono una coppia sierodiscordante. La trasmissione Le Iene li voleva intervistare per parlare della TasP, trattamento come prevenzione, ma le cose non sono proprio andate come previsto.

 

L’occasione era di far conoscere la TasP al grande pubblico. La TasP (Treatment as Prevention, che tradotto significa: Terapia come Prevenzione) è assieme alla PrEP uno dei regali in fatto di prevenzione che le nuove terapie, molto efficaci e con pochi effetti collaterali, ci hanno portato. Già da anni si riteneva che l’assunzione, da parte dei sieropositivi, della terapia mettesse al riparo dal trasmettere agli altri il virus. Così come si sapeva che i sieronegativi, con l’assunzione di una terapia, diventavano immuni dall’infezione.

Due grandi ricerche scientifiche hanno confermato questo risultato, delineandone i limiti e stabilendone le modalità. Inoltre in questo momento stanno scadendo i brevetti di alcuni farmaci, e questo li rende disponibili a prezzi molto più bassi quindi accessibili da più persone.

Le trattative.

Se Andy Wharol indicava in 15 minuti la durata della celebrità necessaria a chiunque, noi ci siamo accontentati di 5 minuti. Tanto è durata la nostra intervista doppia, preparata in un paziente lavoro di montaggio fatto dalla redazione di Le Iene, storica trasmissione di Mediaset.

Tutto è partito con una telefonata della nostra amica Marinella Zetti dell’ASA di Milano, che ci ha proposto questa intervista doppia sulla TasP perché siamo “l’unica coppia sierodiscordante visibile che io conosca”, come ci ha detto. Noi, abbastanza prevenuti sul programma, più per sentito dire che per conoscenza diretta, avendolo visto solo un paio di volte tempo addietro, abbiamo inizialmente rifiutato. La nostra paura era che tutto venisse rimaneggiato per creare un prodotto commerciale, magari mettendoci in ridicolo.

Marinella ci ha ricordato che l’intervista fatta a Massimo Cernuschi sulla PrEP era stata corretta, che quindi era una buona occasione per portare a un pubblico diverso l’informazione che dei sieropositivi si poteva avere meno paura, che facendo il test e curandosi si poteva vivere una vita normale e in sicurezza, insomma tutte quelle cose che servono per combattere lo stigma che è ancora molto forte verso i sieropositivi.

Le trattative sono andate avanti una settimana circa, davanti alla nostra titubanza ci è stata offerta un’intervista con volti e nomi oscurati, cosa che abbiamo rifiutato sdegnosamente, anche perché insensata: come combattere lo stigma nascondendosi? Un controsenso! Alla fine, dopo lunghe telefonate con la giornalista de Le Iene Beatrice Pratellesi, nelle quali lei si è dimostrata molto attenta e interessata rispetto alla TasP, abbiamo accettato di recarci nei loro studi di Cologno Monzese per realizzare le riprese.

C’è sembrato di capire che sia la loro prassi: prima dell’intervista, non sapendo cosa ne uscirà, non ti danno assicurazioni su quello che sarà il prodotto. Ci disse che era probabile che abbiano realizzato una lunga intervista a me sulla TasP e una parte di intervista doppia con mio marito Franco. Inoltre una versione breve avrebbe potuto andare in onda, e nel caso ci avrebbe avvisati prima.

Nei fatti, la sera della trasmissione, ci mandò un SMS avvisandoci che l’intervista era già online sul loro sito, e che durante la trasmissione sarebbe andato in onda un breve estratto, alla fine del quale avrebbero detto di andare a vedere l’intervista completa sul sito. Io e Franco ci siamo guardati tutta la trasmissione (una noia mortale), ma il nostro servizio quella sera non è andato in onda, supponiamo per mancanza di tempo.

L’intervista.

Negli studi di Le Iene ci hanno separati, hanno registrato con me più di un’ora di intervista e cambiato il fondo di cartone colorato, con Franco più di mezz’ora. Le domande sono state sui più vari aspetti dell’HIV, ma sempre molto centrate sulla mia esperienza personale, più di quanto mi aspettassi. Molte anche sul rapporto con Franco. Certo, eravamo lì come coppia sierodiscordante, ma ci siamo accorti, raccontandoci poi le domande una volta usciti dagli studi, che erano più centrate sulla nostra differenza di età, piuttosto che sul nostro stato sierologico.

A Franco hanno rivolto molte domande sulla sua famiglia, e di come loro avessero reagito al fatto che lui, ventenne, si fosse messo con un uomo quarantenne. A me sono state poste domande francamente imbarazzanti (forse non corrette) come dover indicare il numero di amanti nella mia vita, dato che avevo specificato più volte che all’epoca era usuale fare molto sesso con molte persone diverse, chiederne il numero era superfluo, o per lo meno secondo me di cattivo gusto.

Dopo tre settimane un SMS di Beatrice de Le Iene ci ha avvisati che saremmo andati in onda e che il video era già disponibile sul sito web della trasmissione. Sia chiaro, abbiamo accettato il rischio, molti ci avevano sconsigliato, quello che io temevo è che ci avrebbero messi alla berlina, quello che speravamo è che risultasse un video molto chiaro e rassicurante, che con un parlare semplice e franco potesse comunicare a un pubblico che solitamente non viene raggiunto da queste informazioni e che mai le cerca, pur avendone la possibilità.

Quello che è risultato, a parere mio e di Franco, è che hanno fatto un pazientissimo lavoro di taglia e cuci per confezionare una storia d’amore inconsueta, di una coppietta con un lui anziano e un lui giovane, non proprio una macchietta ma più una versione gay dei fidanzatini di Peynet.

Non era quello che volevamo, non era quello per cui avevamo accettato. Siamo comunque felici di essere risultati gradevoli, che si sia visto il nostro affiatamento, il lato romantico del nostro amore. Siamo felici di aver contribuito a sfatare il luogo comune che vorrebbe che i gay fossero tutti cool, trendy e con le sopracciglia depilate. Siamo felici e sorpresi delle tantissime dimostrazioni di affetto che amici e sconosciuti ci hanno inviato, abbiamo fatto un’ottima figura, sembriamo proprio noi, da questo punto di vista è uscito un ritratto fedele.

Io ho sessantun anni, trentacinque anni col virus, ho conosciuto Franco ventuno anni fa, dunque la storia che raccontiamo è complessa, per nulla lineare. Il taglia e cuci ha mescolato parole prese qua e là e ha semplificato quanto era necessario fare, per raccontare due vite in cinque minuti di intervista. La TasP è rimasta fuori da questo. Ho comunque ringraziato la giornalista per aver realizzato il video, che personalmente ci ha gratificati. Nulla abbiamo recriminato con lei rispetto all’argomento cambiato, perché nulla ci era stato assicurato, ma soprattutto perché capiamo che Le Iene debbano fornire un prodotto professionale secondo i loro standard, e se la materia prima (i girati delle nostre interviste) non era della qualità che a loro serviva, ci han tirato fuori dell’altro.

Comunque era un’opportunità da cogliere.

E comunque la TasP è una figata!

Ecco il link al sito di Le Iene con la nostra intervista:

www.iene.mediaset.it/2018/news/hiv-sieropositivo-coppia-sierodiscordante-gay-omosessuali_226535.shtml

Per il titolo, un ringraziamento a Elena Brescacin, anche lei pubblicamente in coppia sierodiscordante, che ci ha ispirati con l’espressione “coppia magnetica” con la quale solitamente si descrive.