Uno scrittore omosessuale e trasgressivo, critico della morale borghese e cristiana portata dai francesi nel suo paese. Riconosciuto a livello internazionale, ha lasciato un’opera letteraria considerevole una parte della quale è rimasta inedita in Italia. Un libro colma la lacuna e permette di meglio comprendere la sua vita tormentata al servizio della poesia e della sua amata nazione.

 

La casa editrice Oltre ha pubblicato in italiano con testo francese a fronte con il titolo Per una terra possibile, un importante contributo alla conoscenza di Jean Sénac, uno dei più controversi scrittori francofoni del XX secolo. Sénac fu un poeta algerino che trasse ispirazione dal vivace ambiente letterario francese, ma che contro la Francia si trovò a combattere in nome di una battaglia di liberazione dal colonialismo.

Era nato nel 1926 a Béni-Saf, un piccolo paese sulla costa algerina, da madre spagnola e da un padre che lui non conobbe mai ma che, a suo dire, era gitano. In base a questi dati potremmo perciò considerarlo a tutti gli effetti spagnolo, anche perché dalla Spagna ereditò la lingua madre. La sua opera letteraria però è integralmente francese nella lingua e nella scrittura. E francese fu il grande scrittore e filosofo che lui prese a modello: Albert Camus, anch’egli di origine franco-algerina e premio Nobel per la letteratura nel 1957.

Con quest’ultimo ebbe un importante carteggio, il cui primo atto fu una lettera scritta da un sanatorio nel 1947, in cui l’autore, con l’entusiasmo febbricitante e confuso che può avere solo un ventenne, scrive un testo di una vivacità impacciata e piena di gratitudine. “Albert Camus non posso chiamarla ‘Signore’ è troppo convenzionale, né ‘caro amico’, troppo familiare. Non la conosco. O meglio la conosco senza averla vista. Letture, foto, conversazioni mi hanno permesso di collocare l’uomo attraverso la sua opera e la usa vita. La conosco dunque”. Per chi volesse leggerla per intero, la casa editrice ha pubblicato la versione integrale in chiusura di volume.

L’importanza del rapporto con Camus va al di là del mero dato letterario. Sénac trovò in lui quella sorta di figura paterna che gli era mancata. Questa ricerca per superare quel sentimento di essere “bastardo” che lo ha sempre accompagnato è il tema centrale di Ritratto incompiuto del padre. Per finire con l’infanzia. Ma Camus non fu il solo punto di riferimento per il poeta. L’altro nome eccellente con cui entrò in relazione fu quello di René Char, il cui stile frammentario, veloce, ricco di immagini condensate e sovrapposte, è ben presente nelle sue Fortification pour vivre (Fortificazioni per vivere).  

Jean Sénac fu quindi un giovane di origine spagnola, in terra algerina e profondo amante della lingua araba e berbera, che guardava alla Francia come punto di riferimento ideale. Almeno fino a quando non fu costretto a girarle le spalle per sostenere il suo popolo, quello in cui s’identificava e che aveva accolto e dato una casa a sua madre.

La figura della madre è centrale in molti dei suoi versi. Da lei però ereditò anche un cattolicesimo tradizionale e superstizioso di cui fece fatica a liberarsi e che rese più difficile, almeno all’inizio, la propria accettazione come omosessuale. E a questo proposito c’è un’altra figura fondamentale nella vita dell’autore: il pittore di origine italiana Sauveur Galliéro, con cui condivise molte esperienze di vita, in un ambiente anticonformista e bohémien, che lo aiutò a raggiungere la piena consapevolezza di sé. Molte delle poesie di questo periodo di gioia e spensieratezza sono state raccolte in L’atelier du soleil (La fucina del sole). Fu però solo un momento a cui, purtroppo, seguirono le brutture della Guerra d’Algeria e la sua morte improvvisa, causata da una mano ancora sconosciuta.

La sua fine violenta ricorda per molti versi quella di Pier Paolo Pasolini, a cui spesso è associato. I due autori, fra loro contemporanei, hanno effettivamente alcuni caratteri comuni. Erano entrambi omosessuali, cristiani e impegnati a combattere le ingiustizie. Nella loro poesia non manca quindi l’impegno civile e la denuncia delle prepotenze verso i più deboli. Pasolini però è più strutturato, è un intellettuale politico. Sa che la sua attività letteraria può dare un indirizzo. Sénac è più un socialista libertario, uno spirito anarchico che lavora per tessere le basi di una fratellanza universale.

La componente omoerotica, anche se non assume mai un ruolo portante, come accade per altri temi trattati da Sènac, è comunque presente in diversi testi. In alcuni casi anche in modo molto esplicito per l’epoca in cui sono state scritte. Ma è altrettanto palese quell’amore/sentimento che lo fa stare bene e gli permette di conoscere meglio se stesso. Così dopo aver raccontato di labbra che si mordono, condotte in spiagge segrete, rivelato carezze che provocano il volo di uccelli fenice, aver descritto il corpo di un ragazzo, brillante di granelli di sabbia, che il mare denuda, si lascia andare a confessioni di vero amore e gratitudine:

 

Sono bello perché ti amo

e il mio corpo prende una dimensione nuova.

 

Con te

vado al fondo di me stesso

e tu sei ancora qui che sorridi

 

Tu sei dovunque io sono grande

dovunque dico Grazie.

 

I versi più compiuti e maturi di Sénac sono quelli raccolti nel Diwân du môle (Diwân del molo), ultimo atto di quell’amore/rivoluzione che il poeta sostiene abbia “rinnovato la sua carne”. Sénac diventa un autore militante che entra in simbiosi con la sua terra, con la sua gente. Un uomo che ha compiuto la rivoluzione più grande dentro di sé e che ormai vive liberamente il suo amore consumato sur le plaisir des muscles avenants (sul piacere dei muscoli attraenti).

Il 30 agosto del 1973 Sénac muore trafitto da cinque pugnalate al petto, all’interno della sua abitazione. Aveva solo 46 anni, e non fu mai chiarito se ad assassinarlo fu uno dei suoi giovani amanti o se si trattò di un delitto politico. Fu però, come per Pasolini, la fine di una vita spesa in nome di un ideale.

Per una terra possibile, nella traduzione di Ilaria Guidantoni, è un testo imponente con le sue cinquecentotredici pagine con introduzione, note, commenti, biografia, foto in bianco e nero che accompagnano la biografia di Sénac dalla nascita al suo funerale e impreziosito dai “talismani”, i disegni del pittore Denis Martinez. Il volume però ci regala la possibilità di conoscere quest’autore riportando in vita i suoi versi per troppo tempo rimasti nascosti. È una di quelle opere importanti per cui dobbiamo ringraziare le piccole e coraggiose case editrici, disposte a sfidare il mercato con pubblicazioni che sono in grado di coinvolgere soprattutto i lettori più attenti.