Un duo come minimo eccentrico formato da un iconico pornoattore e da un cantante performer s’incontrano in un progetto musicale dove la volgarità diventa arte nobile come solo i francesi sanno fare.

 

Una decapottabile rossa fiammante, un omaggio indiretto a Hollaback girl di Gwen Stefani, si blocca fumante nel bel mezzo del nulla della campagna. All’uscita dalla macchina il guidatore indossa bianchi stivali cuissardes, un trench beige, ha un carré di seta in testa e come bagaglio si porta dietro una cappelliera Louis Vuitton…

Lo scenario che si presenta risulta tanto controverso quanto interessante. Dove è possibile trovare aiuto se non in una maestosa villa, dove un uomo in vestaglia bordata di piume di struzzo e tacchi a spillo di Christian Louboutin si rilassa su una sdraio in giardino sorseggiando un cocktail mentre prende il sole?

Eh già, se credete di essere davanti al classico videoclip queer colmo di ritriti riferimenti pop e scarno di originalità vi sbagliate di grosso. Per Trust me, il singolo electro/techno/pop molto dance di François Sagat e Igor Dewe che precede l’uscita del loro EP in collaborazione Chamelia, la regista Elora Thevenet filma un vero e proprio inno al travestitismo che poi slitta in un mix tra horror porn e fetish BDSM “cause nothing looks better than two boys getting nasty, watching boys watching gays that enough for me baby” (perché niente sembra meglio di due ragazzi che diventano indecenti, guardare ragazzi che guardano dei gay è sufficiente per me bellezza).

Ma facciamo un passo indietro. François Sagat non ha bisogno di troppe presentazioni: il pornodivo gay e modello dallo scalpo tatuato ha più volte dimostrato, nel corso della sua carriera, il suo spessore artistico prendendo parte a progetti delle più differenti nature.

Lo abbiamo visto in una piccola parte in Saw VI diretto da Kevin Greutert; zombie che esce dalle acque per Bruce LaBruce; messia crocifisso nella squisita parodia in pieno stile Caravaggio del pittore australiano Ross Watson, a simboleggiare l’ostilità del Vaticano nei confronti del mondo gay e dell’uso del preservativo; coprotagonista al fianco di Chiara Mastroianni in Homme au bain del regista Christophe Honoré. Questa volta incontra una figura singolare del mondo queer parigino, l’attivista francese Igor Dewe.

Sin dai suoi esordi Igor, membro della House of Drama (un collettivo di artisti, sytlist, ballerini, musicisti, scenografi ecc.), non ha mai avuto paura di esprimere la propria visione artistica, che nel suo caso va di pari passo con una sessualità libera e fuori dagli schemi. Con un immaginario fashion tanto vintage quanto avanguardistico, negli ultimi anni i suoi video musicali come King Size Heart hanno costruito un personaggio eclettico ancora piuttosto inedito in Italia.

Per Pride lo abbiamo incontrato e abbiamo scambiato due chiacchiere riguardo al progetto Chamelia, al suo rapporto con la moda, la sua amicizia con François Sagat, la politica e la censura.

Vivi e lavori a Parigi ma hai origini russe. Cosa pensi della situazione LGBT nella nazione di Putin e in Europa in generale?

Mia mamma è spagnola e mio papà russo; mi sento molto più spagnolo che russo. La situazione LGBT lì è qualcosa di orribile: sono stato in Russia per lavoro più volte e ciò che ho potuto osservare è un ambiente spaventoso.

Mi trovavo a Mosca per uno show per Christian Louboutin e francamente avevo paura di andare a causa di Putin Out, un video che feci contro Putin. Non mi sentivo sicuro, ma per fortuna Christian mi ha tranquillizzato dicendomi che insieme a lui tutto sarebbe filato liscio. Alla fine ho rimosso il video prima di partire, perché avevo comunque troppo paura che mi succedesse qualcosa al confine.

Le popolazione LGBT in Russia non ha posti ufficiali per la comunità, è tutto nascosto. Ricordo di aver cercato su Google “gay bar” e il motore di ricerca non dava risultati, era tutto bloccato. Posso solo sperare che un giorno andrà meglio ma sono un po’ pessimista.

Per quanto riguarda il progetto Chamelia, com’è iniziata questa collaborazione e perché hai scelto proprio François Sagat?

François è un mio caro amico e volevo davvero fare qualcosa con lui. Mentre ascoltavamo della musica per ricerca abbiamo scoperto il produttore berlinese di musica elettronica Jona Davis. Lo abbiamo contattato, gli abbiamo mandato delle demo e lui le ha riarrangiate. Volevamo fare qualcosa di sexy che tutte le persone potessero ballare in maniera provocante.

Il video di Trust Me è pieno di citazioni, puoi dirci qualcosa in merito?

L’ispirazione principale è il mondo del porno, ma volevamo comunque renderlo glamour. Io da grande fan di Gwen Stefani e Joan Crawford ho poi voluto rendere loro omaggio. Abbiamo anche giocato molto con il mondo fetish, la lingerie e l’horror.

YouTube ha censurato il video senza alcuna ragione. Credi che la libertà di espressione sia in qualche modo in pericolo nei social media?

La censura è qualcosa che veramente non capisco. Se scrivi il mio nome su YouTube molti dei miei video sono in seconda pagina e non ho molta visibilità. Ho chiesto al team di Google perché tutte le pornostar che fanno video più provocanti dei miei non subiscano la censura e mi hanno risposto che loro sono considerati “artisti”. Ho pensato “ok, io allora non lo sono?”.

Il mondo queer in generale non ha molta visibilità su YouTube, non solo nell’aspetto performativo ma anche nel semplice parlarne in un video.

Qualche progetto futuro?

Sto lavorando al mio prossimo album da solista che uscirà a breve.

Si ringrazia per la collaborazione Stefano Libertini Protopapa