I capelli e il loro modo di portarli, anche quando sono corti, possono rappresentare una definizione della nostra identità, ed eseguire tagli per migliorare il benessere di una persona può anche diventare un atto di militanza LGBT.

 

Come ogni anno il 20 novembre, dal 1999 a oggi, in diversi paesi del mondo si è celebrato il TDoR (Transgender Day of Remembrance), un evento commemorativo che ricorda le vittime uccise dalla transfobia nell’anno appena trascorso. Nel 2019 abbiamo di gran lunga superato le 350 vittime, e di queste oltre cento erano brasiliane e circa 85% del totale erano persone afroamericane, considerazione che aggiunge l’odio razziale all’odio transfobico

Siamo quindi a vent’anni di TDoR e l’associazione Libellula di Roma, di cui ho l’onore d’essere vicepresidente, per ‘occasione ha progettato una commemorazione diversa dal solito, non limitandosi essenzialmente alla sola veglia funebre o candlelight, che pure è stato un momento toccante dell’evento. Affiancandoci a un’importante azienda multinazionale come Procter&Gamble e unendo le nostre reciproche forze ed esperienze, abbiamo realizzato un progetto ambizioso e concreto.

Grazie a una donazione di P&G Italia, infatti, Libellula ha potuto elargire dei contributi per la formazione a sette persone transgender che frequenteranno gratuitamente corsi professionali nel campo dell’estetica e dell’hairstyling, e avranno modo così di autodeterminarsi e rendersi indipendenti.

Tutto ciò è avvenuto proprio il 20 novembre nel prestigioso nonché istituzionale Palazzo Valentini, sede della Città metropolitana di Roma Capitale che ha patrocinato l’evento insieme a Regione Lazio, Roma Capitale, UNHCR, UNAR e CGIL ufficio nuovi diritti. In questo suggestivo luogo è stata inoltre allestita la mostra fotografica “Per non dimenticare”, che ha dato un volto a molte delle vittime. Ciò che inevitabilmente colpisce sono gli sguardi di queste persone quando, ancora in vita, sognavano un futuro che è stato loro negato, spezzato brutalmente dalla mano assassina della transfobia.

Questa collaborazione si è poi inserita all’interno di una nuova campagna promozionale sostenuta da Procter&Gamble con il marchio Pantene dal titolo #HairHasNoGender (i capelli non hanno genere), che mira a sensibilizzare ed educare sul ruolo rilevante che hanno i capelli nel nostro quotidiano, essendo questi un’estensione naturale della persona, e in occasione di cambiamenti della nostra vita, ma tanto più in un momento di transizione di genere.

Pantene ha deciso di dare voce e volto ad attiviste transgender e gender non conforming internazionali che parlano in un video dell’importanza che hanno avuto i capelli lungo il percorso di trasformazione, spiegando che ognuna di loro ha avuto un rapporto speciale con essi, a volte magico e ancestrale, personale e identificativo. I capelli sono fondamentali per l’autostima e rappresentano un’importante espressione della propria identità.

Pantene è inoltre partner anche in Europa di Dresscode Project, una rete di saloni per capelli e barbieri con spazi “no gender”, negozi dove non esiste un modo di tagliare i capelli per maschi o per femmine, bensì zone libere dal genere di appartenenza.

Kristin Rankin

Un’iniziativa nata nel 2017 in Canada dall’idea di Kristin Rankin, hair stylist lesbica di fama internazionale, che ha avuto la sensibilità di capire quanto possa essere difficile per molte persone transgender andare in un hair salon e chiedere un’acconciatura che non è tradizionalmente associata al proprio sesso di elezione.  

Κristin spiega che tutto ciò è nato dall’incontro con una cliente transgender che, dopo essersi sottoposta a taglio e piega nel suo salone a Toronto, ha postato sui social network la sua soddisfazione per non essersi sentita in alcun modo discriminata.

È così che Κristin si è resa conto che poteva fare ancora molto per la comunità arcobaleno dando vita al Dresscode Project, un impegno a cui si uniscono eventi “Gender Free Hair Cut Club” per fornire gratuitamente servizi ai membri LGBT della società che non possono permettersi di andare a farsi i capelli per motivi economici o personali.

Il 22 novembre a Milano presso il Salon Blanche in via Sirtori 31, si è quindi tenuta una giornata durante la quale ogni persona transgender ha avuto modo di essere pettinata e acconciata, sentendosi inclusa e uguale.

Presenza importante in quest’occasione è stata quella della famosa modella transessuale brasiliana Lea T., volto Pantene e portavoce della campagna nonché attivista per i diritti della comunità LGBT, che da anni lotta contro la discriminazione sia di genere che razziale.

Una delle cose che mi ha lasciato quest’esperienza e che mi riempie di speranza e di gioia, è aver trovato persone che hanno avuto e hanno a cuore il destino delle persone transgender. Nonostante l’aria di odio e di discriminazione che si respira in questo momento storico siamo state ascoltate, prese in considerazione e supportate per realizzare questo importante e straordinario progetto.

Lea T.

Tutta questa settimana ha avuto un’eco importante, con molte testate giornalistiche che hanno dato risalto all’evento facendo conoscere la nostra realtà a quell’ampia fetta di persone che la ignoravano stigmatizzandola, e relegando la persona transgender a mero oggetto sessuale. Auspichiamo che questo clamore risvegli le istituzioni affinché si possa ottenere una legge che ci tuteli.

Grazie a un ulteriore contributo di Procter&Gamble, l’associazione Libellula, che da anni lotta per i diritti delle persone transessuali e non solo, ha tra i suoi progetti quello di aprire una nuova sede e un centro di ascolto per accogliere chi ha subito e subisce ancora oggi soprusi e discriminazioni sia familiari che sociali.

Ciò che mi resta ora che i riflettori si sono spenti, è la certezza che una luce resterà per sempre accesa: quella luce che, grazie a tutte le volontarie e i volontari di Libellula, in primis la presidente Leila Daianis, non smetterà mai di brillare e di farci sperare in un futuro migliore. Noi non smetteremo mai di lottare.