Non basta solo credere al concetto di diversità bisogna anche dimostrarlo pubblicamente, e nel turismo la diversità non implica solo saper ricevere chiunque ma anche sapere ispirare i viaggiatori e le viaggiatrici LGBT. La Tailandia è un esempio perfetto di questo connubio.
Nel musical Chess scritto con musica di Benny Andresson e Björn Ulvaeus (componenti del super amato dai gay gruppo musicale ABBA), e testi di Tim Rice (co-autore tra l’altro di Jesus Christ Superstar e di Evita, rappresentata sul grande schermo dalla mega icona Madonna), una delle canzoni più celebri è One Night in Bangkok, una notte a Bangkok, città dove “the world is your oyster”, il mondo è la tua ostrica, una frase idiomatica che significa che hai la capacità o l’opportunità di ottenere tutto ciò che vuoi nella vita.
Offrendo sicurezza, opportunità di svago o relax e accoglienza autentica perché la comunità LGBT autoctona è sinceramente rispettata, da anni non solo la capitale ma l’intero regno di Tailandia sono destinazioni asiatiche amatissime dal turismo arcobaleno.
Dalle spiagge paradisiache alle zone più verdi, da una gastronomia tra le più raffinate del mondo a una cultura che spazia dall’autenticità della tradizione alla contemporaneità della globalizzazione, la Tailandia è visitabile tutto l’anno e offre innumerevoli motivi per visitarla a più riprese. Dall’Italia partono ogni settimana verso Bangkok 5 voli diretti da Milano e 4 da Roma con Thai Airways.
L’importanza che il nostro segmento riveste nell’industria turistica mondiale è stata riconosciuta in maniera pioneristica dal Tourism Authority of Thailand (TAT) nel 2012 con l’apertura del portale (in inglese) dedicato GoThaiBeFree che all’inizio di quest’anno ha avuto un ulteriore rinnovamento nei contenuti, tra cui una comunicazione promozionale audiovisiva con protagoniste autentiche coppie di differenti demografia, etnicità e identità di genere.
La geografia tailandese è estremamente vasta e varia e il sito incoraggia a costruirsi un percorso personalizzato in base ai propri gusti, interessi e anche possibilità di spesa. Le destinazioni presentate sono divise in Bangkok, Nord Tailandia, Phuket, Krabi, Koh Samui, Hua Hin e Pattaya, aree di patrimonio nazionale e aree emergenti non frequentate dal turismo di massa. Le fonti d’ispirazione presentate in brevi articoli sotto forma di blog spaziano dalla cultura all’avventura alla natura ecc.
Templi, palazzi, santuari, migliaia di chilometri di coste e mitiche isole, foreste di palme e montagne lussureggianti avvolte dalla nebbia al mattino, centri benessere che tramandano antiche tecniche di rilassamento, località da sogno per romantiche lune di miele tropicali… Tutto questo e in realtà ben di più in una nazione che non ha mai avuto leggi contro l’omosessualità, che dal 2018 permette le unioni civili tra persone dello stesso sesso e che a marzo ha visto la regista Tanwarin Sukkhapisit diventare la prima deputata transgender a essere eletta in parlamento.
In occasione del Road Show organizzato dall’ufficio italiano dell’Ente Nazionale per il Turismo Thailandese a seguito dell’ultima edizione della Borsa del Turismo di Milano, abbiamo avuto la possibilità e il piacere di incontrare la Deputy Governor TAT Signora Srisuda Wanapinyosak a cui abbiamo posto alcune domande.
Cosa rende la Tailandia una destinazione LGBT friendly?
Il turismo ha sempre giocato un ruolo considerevole nell’economia tailandese. Lo scorso anno abbiamo accolto 38 milioni di viaggiatori internazionali di cui 280.000 italiani. Adesso la grande sfida per noi in generale è promuovere nuove destinazioni come la provincia di Chiang Rai in parallelo alla già famosa Chiang Mai, e il mare di Nakhon Si Thammarat in alternativa a Phuket.
Per quanto riguarda la comunità LGBT, invece, non voglio parlare di economia. La Tailandia è un paese buddista dove la diversità è un valore rispettato e il senso dell’ospitalità è molto importante. L’omosessualità e la transessualità sono vissute alla luce del giorno e accettate. Inaspettatamente non abbiamo cortei del gay pride ma numerose feste tutto l’anno e soprattutto a Bangkok una vita notturna molto sviluppata.
Da due anni la Tailandia è presente al Pink Pavillion a ITB Berlino, la più importante fiera del turismo al mondo.
Noi riconosciamo l’importanza e il valore del segmento LGBT anche con le sue evoluzioni come le famiglie arcobaleno. A settembre TAT insieme alla rivista inglese Out There Magazine organizzerà il secondo LGBT Travel Symposium che offrirà nuovamente occasioni di formazione ai nostri fornitori di servizi su come accogliere il o la turista arcobaleno, ma anche l’opportunità ad agenzie di viaggio e media LGBT internazionali di incontrarli per sviluppare ulteriormente il mercato.
La vostra campagna marketing in effetti dice “Amazing Thailand Open to the New Shades”
La Tailandia è davvero meravigliosa e sorprendente sia per chi la visita la prima volta che per chi ci ritorna, ed è sinceramente aperta alle nuove sfumature. Ma mettendo da parte le strategie di marketing, abbiamo anche realizzato l’importanza dell’ambiente e al riguardo io personalmente ritengo che il turismo può fare molto per tutelarlo. Per esempio TAT in cooperazione con l’associazione nazionale degli albergatori ha annunciato il progetto Thai Hotels Plastic Free per incoraggiare le strutture di accoglienza a ridurre l’uso della plastica nelle loro proprietà. Stiamo già proteggendo la Tailandia per le future generazioni.
Si ringrazia www.turismothailandese.it