Il cuore europeo dei diritti arcobaleno batte forte nella capitale del Belgio, dove ogni anno a maggio si apre la stagione dei pride nel Vecchio continente. Un’occasione speciale per un city break o un viaggio più prolungato in una metropoli ricca di storia, arte e cultura e con una vita LGBT molto dinamica in ogni momento dell’anno.

foto: Niels Mickers 

 

Se il movimento per i diritti LGBT ha fatto passi da gigante negli ultimi decenni, gran parte dei progressi in termini di visibilità sono dovuti alle parate dell’orgoglio che hanno avuto luogo nelle città di tutto il mondo. Dal 1996 il Brussels Pride si tiene a maggio nella capitale del regno del Belgio: una settimana di politica, festa e cultura che quest’anno inizierà mercoledì 8, un Pride Village con banchetti di circa 60 associazioni e punti di ristoro, concerti e DJ sets in tre luoghi differenti (Place de Brouckère, Bourse e Mont des Arts da dove parte il corteo alle 14), e la Pride March che attraverserà la città con un fiume di più di 200.000 persone sabato 18.

Il tema scelto per il 2024 è “Safe Everyday, Everywhere”, al sicuro ogni giorno e dappertutto, perché tutte le persone della nostra ampia comunità aspirano a vivere liberamente e serenamente che sia a scuola, per strada, sui mezzi di trasporto pubblico, in famiglia, con gli amici, al lavoro, nello sport, in una casa di riposo, in un centro per richiedenti asilo ecc.

Purtroppo, invece, ben sappiamo che la discriminazione in tutte le sue forme, la violenza verbale e fisica fino ai terribili crimini d’odio sono ancora presenti ovunque in ogni momento. Questo slogan vuole quindi essere un forte appello dell’intera comunità LGBT alla mobilitazione quotidiana di tutti i cittadini e tutte le cittadine, affinché le cose continuino a migliorare per chiunque.

Passando ad argomenti strettamente turistici, a marzo alla fiera ITB di Berlino la città di Bruxelles ha ricevuto un riconoscimento speciale agli Spartacus Travel Awards, premi che celebrano il meglio dei viaggi arcobaleno. Nominandola “Migliore destinazione per eventi LGBTQ”, le è stato riconosciuto il suo spirito di accoglienza e di inclusione, il dinamico mix di culture presenti e il fitto calendario per il target arcobaleno. È da 10 anni, infatti, che Visit Brussels, l’ente ufficiale del turismo della città, promuove sul proprio sito senza alcuna remora e con lungimiranza gli indirizzi dei locali (dai bar gay e lesbici alle saune ai sex club), le feste a tema (La Demence è tra i party in discoteca più famosi del mondo), le attività delle numerose associazioni.

Facilmente raggiungibile in aereo sia con voli di linea sia con compagnie low-cost, il punto di partenza per ogni visita è sicuramente la Grand Place, nel pieno centro storico. Qui troverete il municipio, un elegante edificio risalente al XV secolo e considerato come l’elemento centrale della piazza, circondato da splendide case private costruite alla fine del XVII secolo con facciate ricche di dettagli che vi lasceranno di stucco.

In pochi minuti a piedi si arriva a Rue du Marché au Charbon / Kolenmarkt (i nomi delle strade sono sempre bilingue francese e fiammingo), dove si trova la maggior parte dei bar gay cittadini e la sede della Rainbow House. La sera del pride tutta la zona diventa pedonale e vari DJ si alternano alle console dei dischi, tenendo compagnia a una stipata folla composta da ogni orientamento, genere, espressione, razza, età e sottocultura LGBT possibile e immaginabile. L’atmosfera di festa e orgoglio che si crea è indescrivibile, e così variegata in Italia non la si vede ancora.

Sempre vicino si trova quello che è diventato il simbolo più famoso della città: il Manneken Pis, una statuina di circa 50 centimetri, che raffigura un bambino nudo che urina dall’alto di una fontana. Nel 1698 un governatore gli regalò una tunica che diventò il primo dei circa 1000 vestiti che oramai formano il suo favoloso guardaroba visitabile nel Museé de la Ville situato alla Maison du Roi. Anche a breve distanza di distanza le storiche Gallerie Reali Saint-Hubert fanno parte delle più antiche gallerie coperte d’Europa e sono divise in 3 passaggi: la Galerie de la Reine, la Galerie du Roi e la Galerie des Princes.

Al numero 25-27 della Galerie de la Reine troverete la sede di Neuhaus aperta nel 1857 da Jean Neuhaus, svizzero con radici italiane la cui famiglia aveva tradotto in tedesco il proprio cognome originario “Casanova”. In origine una farmacia, per deliziare i suoi clienti ricopriva i suoi medicinali con un sottile strato di cioccolato. Nel 1912 suo nipote trasformò questa idea nella pralina belga come la conosciamo oggi: cioccolato pieno di delizie di ogni genere invece che di rimedi per la salute.

L’altro imprescindibile street food belga famoso nel mondo con il nome di “French Fries” sono le patate fritte, un autentico vanto della città, mentre se preferite il dolce la “gaufre di Bruxelles” è una cialda croccante fuori e morbida dentro davvero squisita. La birra cittadina è la “Kriek”, una parola fiamminga che identifica una varietà di ciliegia piccola, scura e amara, che vi è messa insieme a fermentare e che le trasmette un sapore particolare e un bellissimo colore rosso scuro.

Altro famoso monumento, che però è più decentrato, è l’Atomium: rappresenta un enorme cristallo di ferro elementare ingrandito 165 miliardi di volte. La struttura è alta 102 metri e fu progettata per essere il simbolo e il padiglione principale dell’Esposizione Universale di Bruxelles del 1958. Passando all’arte se amate il surrealismo il Museo Magritte è imperdibile, mentre se prediligete l’Art Nouveau il punto di riferimento è la Maison Horta, la casa personale e l’ufficio dell’omonimo architetto che ha disseminato una serie di gemme in questo stile in giro per la città, dove anche la presenza di edifici posteriori Art Déco è impressionante.

Se tra le vostre memorie d’infanzia un posto d’onore lo ha Cristina D’Avena che canta Noi Puffi siam così, passeggiando per le vie di ogni quartiere vi imbatterete in più di uno dei più di 80 murales che raffigurano eroi ed eroine del fumetto. In Rue de la Chauferette / Lollepotstraat c’è quello di Ralf König consacrato alla diversità della comunità LGBT. Se amate i gay orsi e il capitano Haddock è da sempre un oggetto del vostro desiderio erotico, lo trovate insieme a TinTin e al cane Milou in Rue de l’Étuve / Stoofstraat 37.

Per girare in lungo e in largo ed esplorare la bellezza dei grandi classici ma anche dei luoghi più nascosti, la Brussels Card è una tessera turistica da 24, 48 o 72 ore, che include (con una maggiorazione sul prezzo base) l’accesso illimitato ai mezzi di trasporto, l’ingresso gratuito a 49 musei e sconti presso attrazioni, visite guidate, negozi, ristoranti e bar.

Come luoghi off the beaten tracks suggeriamo il quartiere Le Canal / De Kanaalwijk, una ex zona industriale riconvertita e molto di tendenza a tutte le ore, da girare in battello o in bicicletta oltre che a piedi; il quartiere Europeo per i parchi cittadini; la splendida Villa Empain sede della Fondazione Boghossian; l’AfricaMuseum un tempo Museo reale dell’Africa Centrale, sito in un palazzo di re Leopoldo II circondato dal verde.

René Magritte – Sans titre, dit aussi La Pipe-sexe

È impossibile rendere giustizia in pochi paragrafi alla straordinaria varietà di opportunità ed esperienze che Bruxelles offre tutto l’anno che viaggiate da soli, in coppia, in gruppo o come famiglia arcobaleno. Per tutte le informazioni LGBT la rivista KET Queer Magazine è la migliore fonte da consultare anche online.

Aspettativi in qualsiasi stagione un tempo atmosferico estremamente variabile con tendenza al cielo grigio uniforme molto “belga”. Resta indubbio che, anche con un ombrello in borsa, se siamo Regine una o più visite alla capitale di una monarchia vale sempre la candela.