Una capitale europea assai poco considerata come meta turistica è in realtà uno dei gioielli nascosti del Vecchio continente. Conosciuta come la piccola Parigi per il legame culturale con la Ville Lumière della Belle Époque, Bucarest regala anche al turista LGBT affascinanti sorprese e delle atmosfere eccitanti.

 

Quando pensiamo ai cugini d’oltralpe di solito pensiamo solo ai francesi che sono geograficamente a ovest, perché ci sono vicini. A ben vedere però di cugini alla lontana, stanziati a est, ne abbiamo altri di diretta discendenza considerando che la Romania prende il nome da Roma. Fu l’imperatore Traiano, infatti, che all’inizio degli anni 100 d.C. sottomise il locale popolo dei Daci creando sul loro territorio una nuova provincia.

Infusi di un’inimmaginabile vivacità mediterranea su tratti somatici slavi, il carattere dei rumeni è un mix di simpatia solare, cortesia autentica e, cosa che non guasta, bellezza che può lasciare senza fiato. Se la lingua scritta è piena di vocaboli comprensibili che rimandano alle nostre comuni radici latine, quella parlata ha un’intonazione indecifrabile.

In questo periodo in cui viaggiare all’estero, soprattutto sulle grandi distanze, è ancora complicato, vi proponiamo una destinazione turistica non ovvia per un city break, un soggiorno breve, o un fine settimana, e soprattutto straordinariamente economica. Bucarest vi lascerà senza parole per la meraviglia ed è raggiungibile con voli low cost da molti aeroporti. Pur se soprannominata “Piccola Parigi”, con tanto di vero e proprio Arco di Trionfo, nel centro storico si trova una statua della Lupa capitolina che allatta Romolo e Remo.

Narra la leggenda che un pastore che si chiamava Bucur, parola che in romeno significa “gioia” o “felicità”, decise di stabilirsi con il gregge di pecore in un campo fertile presso la riva di un fiume, e sarà sua moglie Dambovita a dare il nome alle sue acque… In realtà la storia di București è legata al principe Vlad III gospodaro di Valacchia detto Ţepeş, l’impalatore, diventato una leggenda grazie al romanzo Dracula di Bram Stoker. Fu lui che nel 1459 firmò un documento che per la prima volta ne attestava l’esistenza.

Il maggiore sviluppo della città ebbe inizio quando la Romania divenne una monarchia il 10 maggio 1866, giorno in cui il principe germanico Karl Eitel Friedrich Zephyrinus Ludwig von Hohenzollern-Sigmaringen è incoronato re Carlo I. A causa della dittatura di Nicolae Ceausescu, capo del partito comunista, che la rimodella seguendo lo stile di Pyongyang in Corea del Nord, la città ora espone un volto pieno di affascinanti contrasti e ospita una popolazione di 2 milioni di persone.

Camminando per le vie e i boulevard (Ceausescu ne volle uno più lungo degli Champs Elysées…) incontrerete edifici perfettamente ristrutturati che stanno accanto ad altri che cadono a pezzi per mancanza di manutenzione. Scoprirete monasteri medievali, edifici ottocenteschi, ville Liberty, palazzi in stile modernista degli anni ’30, architettura socialista di stampo sovietico fra gli anni Cinquanta e Ottanta, moderni grattacieli di acciaio e vetro, parchi pubblici frequentati e curatissimi.

Un giro in metropolitana vi offrirà un salto indietro nel tempo, e se siete fan di Michael Jakson un monumento commemorativo lo celebra nel parco Herăstrău! Aggiungete musei, teatri, auditorium musicali, biblioteche pubbliche eccetera, e ce n’è per proprio tutti i gusti anche quelli più sofisticati.

Le guide turistiche v’indicheranno con migliori dettagli tutti i luoghi più famosi e imperdibili, come il Palatul Parlamentului, nato come Casa del Popolo e finito nel Guinness dei primati come l’edificio più costoso e più pesante del mondo, al secondo posto tra gli edifici più grandi dietro al Pentagono e terzo per volume dopo Cape Canaveral e la Piramide di Giza.

Il piccolo centro storico è animato soprattutto la sera e qui troverete ristoranti di ogni nazionalità, tra cui una vera istituzione: il ristorante Caru’ cu Bere (carro con birra) da andare assolutamente a vedere per gli interni in stile neogotico. Non vi suggeriamo tanto di mangiare qui, quanto di andare a Hanu’ lui Manuc che era un caravanserraglio e dove di sera sarete allietati da spettacoli di danze e musiche tradizionali.

Come musei abbiamo trovato incredibile la Galleria di arte medioevale rumena che fa parte del Museo Nazionale d’Arte Rumena presente nel Palazzo Reale che si trova davanti a piazza della Rivoluzione. Rimarrete quasi di sicuro delusi, invece, se salirete a vedere la galleria d’arte rumena moderna, dove la sala destinata a Constantin Brâncuși non contiene quasi niente, perché questo grandissimo scultore non fu minimamente capito dai suoi connazionali quando era ancora in vita.

Nel parco Herăstrău è immerso il Museo Nazionale del Villaggio, uno dei più grandi e antichi musei etnografici d’Europa, che comprende 70 autentiche case di tutte le zone del paese. Un’ottima scorciatoia se non si ha il tempo per attraversare la Transilvania fino al Maramureș per visitare le chiese di legno affrescate patrimonio dell’umanità dell’Unesco, autentici tesori dell’arte bizantina.

Bucarest è in parte paragonabile a Roma anche per il numero di chiese presenti, dove assisterete sempre a una fortissima devozione dei fedeli. La chiesa rumena cristiana ortodossa è autonoma e la cattedrale dei Santi Costantino ed Elena, che rappresenta la sede ufficiale del patriarca della nazione, vale una visita.

Se preferite un approccio laico, il palazzo Primaverii, aperto al pubblico nel 2016, era la residenza della famiglia Ceausescu che viveva ostentando un lusso sfrenato distante anni luce dagli ideali socialisti che predicava a parole, e in barba alle numerose privazioni cui era sottoposto il popolo…

È il momento di parlare della vita LGBT della città. Ho avuto la fortuna di vedere il Thor’s Hammer, piccolo locale gay in pieno centro prima che chiudesse temporaneamente in ottobre a causa delle restrizioni da Covid-19. Riaprirà, ma in un altro posto a primavera 2022 quindi dovete seguire la pagina Facebook per aggiornamenti. Su Facebook e Instagram trovate anche le indicazioni per il Boys Bar, mentre la sauna SOHO è l’unica sauna gay della Romania e si trova a 600 metri dalla fermata Unirii della metropolitana.

Molti siti citano sia il Queen’s club, prima discoteca gay di tutta la Romania, che trovandosi un po’ fuori rispetto alla zona prettamente turistica scoraggia tanti ad andarci, sia il Purple Club. Le varie applicazioni d’incontri, come sempre e ovunque, vi daranno possibilità di contatto con le persone omosessuali del luogo, ma capiterà spesso che vi scrivano in rumeno. Armatevi quindi di pazienza e di un buon sito di traduzioni automatiche per venirne a capo.

Se per spostarvi da casa preferite l’occasione di prendere parte a un pride, quello di Bucarest ad agosto ha fatto sfilare varie migliaia di persone dopo la pausa obbligatoria del 2020. Art200 Queer Film Festival, invece, è l’appuntamento per gli appassionati di cinema a tema arcobaleno.

Come ultima nota e parafrasando La Settimana Enigmistica, forse non tutti sanno che l’1 aprile 1857 mille lampade con stoppini iniziarono a illuminare le strade della città e Bucarest diventa così la prima città al mondo con illuminazione pubblica a petrolio. Una Ville Lumière nell’Europa dell’Est a tutti gli effetti.

Per finire per davvero però dobbiamo fare una raccomandazione: lasciate i  pregiudizi a casa, gli stessi che dobbiamo confessare ci siamo scrollati di dosso solo dopo aver preso il taxi in aeroporto per raggiungere l’albergo e abbiamo iniziato a sgranare gli occhi mentre ci avvicinavamo alla città con sempre più rispetto e stupore. A volte sbagliarsi, e vergognarsi anche un po’, non fa affatto male.