Nonostante le avversità e le restrizioni causate dalla pandemia da Covid-19, le rassegne e i festival estivi si sono ripresentati all’appuntamento con il pubblico che vuole ritrovare le emozioni dello spettacolo dal vivo. Una panoramica sulle proposte più significative, dove non mancano temi importanti quali l’omofobia in America e in Europa, il confino degli omossessuali durante il regime fascista e la ricerca dell’amore ideale.

foto da “Il seme della violenza – Laramie project” di Laila Pozzo

 

Il timore che le luci non si accendessero sui palcoscenici estivi era ben fondato ma grazie alla determinazione e al coraggio di artisti, produttori e tecnici (fatti salvi i supporti finanziari istituzionali e privati) rassegne e festival stanno animando piazze, palazzi e giardini – oltre alle sale debitamente attrezzate nel rispetto delle misure di sicurezza – di moltissime località e assai incoraggiante è la risposta del pubblico, desideroso, dopo tanto streaming e serie TV, di rinnovare l’emozione di assistere allo spettacolo dal vivo. Tra il grande numero di eventi, per ragioni di spazio ci limitiamo a segnalare quelli più significativi sia per le tematiche che per la qualità, certi che molti di loro saranno ripresi nei prossimi mesi.

Milano è stata tra le prime a sollevare il sipario a metà giugno: per la sua stagione estiva il Piccolo Teatro nel suggestivo chiostro Nina Vinchi (ma anche in diversi spazi sul territorio tramite riprese in diretta) ha schierato nomi celebri come Stefano Massini, Gabriele Lavia, Sonia Bergamasco, Davide Enia, Paolo Rossi e Massimo Popolizio, quest’ultimo in Pilato, un reading tratto da Il maestro e Margherita di Bulgakov, che del controverso prefetto della Giudea offre un inedito ritratto (14-18/7).

Michele Serra, ispirandosi alla sua rubrica omonima su la Repubblica, con il consueto umorismo spazia su politica, società, star vere e fasulle in L’amaca di domani unplugged (21-23/7).

Lella Costa

Ritroviamo Lella Costa in La vedova Socrate, esilarante pièce di Franca Valeri che proprio nel giorno della prima compie 100 anni. Indimenticabile la serata in cui è stata insignita (così come è avvenuto per Lella Costa) del titolo di Queen of Comedy al Festival MIX di cinema gaylesbico e queer culture di Milano. Con il suo sarcasmo e pungente ironia, immergendola in una dimensione surreale, Franca ci mostra Santippe, descritta come una delle donne più insopportabili dell’antichità, nella sua bottega di antiquariato: qui parla senza censure del suo matrimonio e sui torti che le hanno fatto gli amici del marito, da Aristofane ad Alcibiade e soprattutto Platone, l’allievo prediletto. Morsa dalla gelosia nei suoi confronti, stigmatizza l’artefice dei Dialoghi come uno sfruttatore di parole altrui, tanto da volergli chiedere i diritti d’autore… (dal 31 luglio al 2 agosto).

Non è il tradizionale Arlecchino goldoniano quello che impersona Enrico Bonavera, anche autore, di Alichin dei Malebolge, ma un diavolo dei Malebranche ingenuo e pasticcione il quale, smarritosi fuori dall’Inferno, trova sul suo cammino nientemeno che Dante e Virgilio (4-6 agosto).

Affabulatore e poliedrico performer, per Teatro tra parentesi. Le mie storie per questo tempo, Marco Paolini si ispira allo stile dei suoi nostalgici Album, proponendo alcuni frammenti dell’ultimo lavoro che non ha potuto debuttare a causa dell’emergenza sanitaria (25-28/8).

Troppo superficialmente associato alle grandi figure della narrativa horror, il personaggio creato da Mary Shelley nell’ottocento ci parla di divisioni laceranti e ancora attuali nei riguardi della “diversità”: Frankenstein, il racconto del mostro svela emozioni profonde e mette il luce le molte contraddizioni della moderna società sul concetto di bellezza e bruttezza. Elio De Capitani ne sottolinea le sfaccettature, alternando dolcezza, ira e disperazione (2-4 settembre).

Giunto alla XX° edizione, Tramedautore, Festival Internazionale di Drammaturgia (13-20/9), organizzato da Outis per la cura di Michele Panella, si focalizza sul tema quanto mai attuale di “Cittadini senza stato”. Il 13 è prevista anche la cerimonia del Premio Annoni per testi teatrali LGBTQ in cui saranno proclamati i vincitori della sezione italiana e di quella in lingua inglese.

Nell’affascinante cornice dei Bagni Misteriosi, un’antica piscina restaurata e circondata dal verde, e nelle sale interne, il teatro Franco Parenti ha già messo in cartellone Luigi Lo Cascio, protagonista di un reading poetico incentrato sulla luna, Michele Placido, diviso tra immortali poesie e musiche legate al tango, Elio Germano in un’originale esperimento di teatro virtuale, Roberta Caronia, interprete di Giulietta, testo di Vitaliano Trevisan tratto dalla sceneggiatura di Giulietta degli spiriti di Fellini, con la regia di Valter Malosti, e Filippo Dini, interprete e regista di Locke, monologo altresì di matrice cinematografica, dove un uomo affronta in auto dal telefono la notte più difficile della sua vita. Entrambi gli spettacoli saranno ripresi nel corso della stagione 2020/21.

 

Ideato da Andrée Ruth Shammah per lo spazio della piscina, ritorna dal 24/8 al 3/9 Stasera si può entrare, fuori.2, un percorso teatrale itinerante tra realtà e finzione dedicato alla ripartenza. Michela Murgia, da sempre schierata a fianco della comunità LGBT, è autrice e interprete di Don Giovanni. L’incubo elegante, nel quale manifesta la sua passione per il melodramma rivisitato in chiave psicoanalitica (30/8). Lino Guanciale, noto anche per le numerose fiction televisive, propone il reading Fuggi la terra e le onde (9/9), infine il 15 e 16/9 l’étoile Luciana Savignano, affiancata da un plotone di giovani danzatori, è, nelle vesti della Madre Terra, la protagonista di Le Sacre, su partitura originale di Igor Stravinskij.

Un’ideale staffetta ci porta a Napoli. 130 eventi all’aperto nei magnifici scenari dei cortili di Palazzo Reale, Palazzo Fondi e della reggia di Capodimonte, 10 sezioni, 28 prime di spettacoli italiani che saranno poi presenti nei cartelloni della nuova stagione: questo sul piatto della XIII° edizione del Napoliteatrofestival (1-31/7) con la direzione di Ruggero Cappuccio.

Di alto profilo la sezione teatro che in particolare chiama a raccolta i nomi più consolidati della scena napoletana come Mario Gelardi, drammaturgo celebre per Gomorra e direttore del Nuovo Teatro Sanità, qui regista di Plastilina, testo di Marta Buchaca, con Teresa Saponangelo e Ivan Castiglione, tradotto da Enrico Janniello che ritroviamo insieme a Rosario Sparno in Il prestito di Jordi Galceran, tassello di un’interessante focus sulla drammaturgia catalana che comprende anche Fémmene comme a me di Pau Mirò. Massimiliano Gallo, dopo il successo in scena e sullo schermo di Il sindaco del rione Sanità, è fra gli interpreti di Sala d’attesa, scritto e diretto da Ettore De Lorenzo.

Di Bernard Marie Koltes, divenuto autore di culto per gli spettatori LGBT, il regista Andrea Di Rosa rivisita Nella solitudine dei campi di cotone con Lino Musella e Federica Rosellini. Inedito è il Pinocchio interpretato da Ginestra Paladino, diretta da Laura Angiulli con le musiche dal vivo di Pasquale Bardaro e le immagini di Mimmo Paladino.

Nella solitudine dei campi di cotone

Più volte invitati al festival Lecite Visioni al teatro Filodrammatici di Milano, Vucciria Teatro presenta David. Joele Anastasi parla così dell’ultimo lavoro del collettivo: “…Solo adesso capisco che ho nuotato tutta la vita verso di te… si chiamano come te i sogni, David. Si chiama come te l’amore. Si chiama come te l’insonnia, l’impaziente desiderio di svegliarsi al mattino per non smettere di disegnare i tuoi contorni tra le cose.”

Di Patrick Marber, autore inglese celebre soprattutto per il suo Closer, portato anche sullo schermo, il regista Marcello Cotugno ambienta The Red Lion nella provincia campana dove agiscono i conterranei Nello Mascia, Andrea Renzi e Lorenzo Scalzo (16/7).

Se la letteratura francese è all’origine sia di La vita davanti a sé, testo di Romain Gary ridotto a monologo, diretto e interpretato da Silvio Orlando, che di Maria Maddalena o della salvezza, tratto da Fuochi di Marguerite Yourcenar, in una mise-en-espace di Lina Sastri (17 e 25/7), senza dimenticare il Caligola di Albert Camus in una lettura drammatizzata di Vinicio Marchioni (18 e 26/7), quella italiana viene rappresentata da Cesare Pavese: L’estate perduta è una ballata dedicata allo scrittore, ideata e portata in scena da Alessio Boni, Marcello Prayer e Roberto Aldorasi (16/7).

Uno dei titoli meno conosciuti fra le pièce di Tennessee Williams, L’eccentricità di un usignolo, che vede al centro l’insegnante di canto Alma, una delle sue molte eroine tragiche, viene allestito da Sarah Biacchi, anche interprete accanto a Paila Pavese (17/7).

Rimaniamo in America, quella più provinciale e reazionaria, con Il seme della violenza -The Laramie Project di Moisés Kaufman (21- 22/7 e in febbraio all’Elfo Puccini di Milano), ispirato a una storia vera, quella dell’omicidio a sfondo omofobo del 21enne Matthew Shepard, avvenuto nel 1998 a Laramie, cittadina del Wyoming. Quel crimine efferato (il ragazzo dopo esser stato torturato subì una sorta di crocifissione) ebbe fortissima risonanza non solo a livello locale ma in tutti gli Stati Uniti tanto da convincere il collettivo teatrale newyorkese Tectonic Theatre Group a partire per Laramie dove, soggiornando per un lungo periodo, raccolse testimonianze, storie, punti di vista spesso discordanti della gente comune per poi farle sfociare in un copione. Coprodotto dal Teatro dell’Elfo, Fondazione Campania dei Festival e Napoli Teatro Festival Italia, The Laramie Project, tradotto da Emanuele Aldovrandi, è diretto da Ferdinando Bruni (anche in scena) e Francesco Frongia e schiera sul palco Giuseppe Lanino, Umberto Petranca, Margherita Di Rauso, Marta Pizzigallo, Marcela Serli, Francesca Turrini e Luciano Scarpa, tutti regolarmente distanziati. Significativo il fatto che negli Stati Uniti la legge contro i crimini di odio sia stata approvata già nel 2009 sotto la presidenza Obama, mentre da noi giace ancora in Parlamento e rischia di non passare…

 

Laramie project

È forse il più importante esponente della drammaturgia tedesca contemporanea: di Thomas Bernhard Federico Tiezzi cura la regia di Antichi maestri, testo narrativo per soli uomini, adattato da Fabrizio Sinisi, dal quale il regista ha tratto uno studio sulla funzione dell’arte: a interpretarlo il suo attore feticcio, Sandro Lombardi (22-23/7).

Dopo lo straordinario Ombre Folli dove una coppia gay condivideva uno scomodo segreto, tornano Randisi e Vetrano con ‘A cirimonia (26-27/7), testo di Rosario Palazzolo che indaga sull’inadeguatezza della verità mentre l’altrettanto apprezzato Arturo Cirillo, che ha al suo attivo molti lavori a tema LGBT (ricordiamo solo Scende giù per Toledo in cui dà voce e corpo al femminiello Rosalinda Sprint creato da Patroni Griffi), è il protagonista di Il dolore di prima, scritto da Jo Lattari e diretto da Mario Scandale: con lui Valentina Picello, Betti Pedrazzi e Paola Fresa (26-27/7).

Una pagina vergognosa della nostra storia durante il regime fascista riguarda il confino riservato a chi era sospettato di omosessualità: la racconta L’isola degli invertiti, frutto di ricerche e testimonianze inedite raccolte dall’autore Antonio Mocciola che toglie il velo su soprusi, violenze e ricatti inflitti anche da chi era segretamente gay ma vestiva la camicia nera: regia di Marco Prato con Diego Sommaripa, Tommaso Arnaldi e Francesco Giannotti (28/7).

L’isola degli invertiti

Di grande interesse anche le altre sezioni delle quali, per ragioni di spazio, non possiamo dar conto: letteratura, danza, cinema, SportOpera, progetti speciali, mostre e musica. In quest’ultima menzione speciale per Bestemmia d’amore, voce recitante e canto di Pippo Delbono (23/7). Appuntamento a settembre per la seconda tranche. In arrivo gli artisti stranieri bloccati dalle restrizioni internazionali: attesi, fra gli altri, Dimitris Papaioannou, Jan Fabre e Ramzi Choukair.

È una delle rassegne estive più longeve, ospitata nelle suggestive location di un incantevole borgo della provincia di Siena: Radicondoli 2020 (diviso in due “atti”: dal 29/7 al 7/8 e dal 4 al 6/9 e sede dell’omonimo Premio teatrale) giunge alla XXXIV° edizione sotto la guida di Massimo Luconi e ha per tema “Saldare la terra con il cielo”. L’intento è quello di riflettere sul presente e sul teatro che verrà.

Variazioni Furiose

Nel denso e interessante programma ci limitiamo a segnalare L’angelo di Kobane dell’inglese Henry Naylor, regia di Simone Toni con Anna Della Rosa nei panni di una contadina kurdo-siriana che avrebbe voluto studiare ma si è invece ritrovata a imbracciare un kalashnikov e diventare un cecchino delle truppe femminili che combattono l’Isis.

Altre due attrici molto seguite ci trasportano nella dimensione della letteratura: Arianna Scommegna ha scelto una riduzione da Il buio oltre la siepe di Harper Lee (1/8) mentre Federica Fracassi in Variazioni Furiose si cala nelle fiabesche atmosfere del poema dell’Ariosto (7/8).

La violenza omofoba è al centro di Per tutta la vita ho fatto solo cose che non sapevo fare del drammaturgo francese Rémi De Vos. Aggredito dal branco e messo con le spalle al muro mentre sta bevendo tranquillamente una birra, un uomo sbobina il nastro della sua vita al cospetto degli aguzzini in una disperata richiesta di umanità, tentando di far comprendere loro la sua dignità di persona. Ci riuscirà? Ciro Masella interpreta e cura la regia di un monologo teso e adrenalinico che lascia decisamente il segno (3/8).