Prima a teatro e poi al cinema, l’attore e regista francese Guillaume Gallienne ha portato al successo la storia autobiografica di un ragazzino cresciuto come una femmina per volere della mamma dispotica. Ora “Tutto sua madre” è sui nostri palcoscenici con Gianluca Ferrato protagonista di un one man show.

 

Cosa può succedere a un bambino se la mamma, dopo aver procreato tre maschietti, desidera ardentemente una femminuccia? Succede che per imperdonabile egoismo lei lo voglia crescere come fosse una bambina, facilitata dal fatto che lui sia non solo connivente, ma anzi desideroso di assomigliarle il più possibile.

È quanto accade in Tutto sua madre, in originale Les Garçons et Guillaume, à table! (Ragazzi e Guillaume, a tavola!) di Guillaume Gallienne, attore, sceneggiatore e regista, membro della Comédie Francaise che, come fa presagire il titolo, racconta una storia che lo ha toccato molto da vicino.

Il ragazzino cresce introiettando un’identità femminile che lo rende vittima del bullismo dei fratelli decisamente machisti e lo priva della considerazione e dell’affetto paterno, a cui reagisce costruendosi un suo piccolo mondo di fantasia, calandosi nei panni della principessa Sissi, dell’arciduchessa Sofia di Baviera, di una sanguigna ballerina andalusa, ma anche in quelli delle donne che gli sono accanto: sua zia, la nonna e naturalmente la madre. È sufficiente drappeggiarsi in vita una coperta o inventarsi una parrucca con mezzi di fortuna.

Gli anni passano e Guillaume affronta il periodo dei primi anni di scuola con i compagni che lo emarginano per le sue inesistenti doti sportive, arrivando anche all’abuso verbale se non a quello fisico. Poi, al tempo degli studi in collegio, le cose migliorano, perché qui affina le tattiche di sopravvivenza e scatta anche l’innamoramento per un giovanotto chiaramente eterosessuale che però non gli rifiuta l’amicizia.

La madre per un verso è sua complice nel voler rafforzargli la convinzione di un genere non suo, ma dall’altro sembra volergli precludere ogni speranza di appagamento e felicità. È lei che all’improvviso gli palesa la possibilità che lui sia “gay”, un termine che per Guillaume è praticamente sconosciuto. In un involontario coming out, di buon grado si dispone allora a conoscere “l’ambiente” di questa “etnia”, facendo incursione in una discoteca con annessa dark room, non disdegnando gli incontri al buio e i siti porno, rimanendo però emotivamente freddo e quasi estraneo a queste esperienze. È allora che cominciano a sorgere in lui i primi dubbi circa la sua vera sessualità, dubbi che diventeranno certezze quando alla festa di un amico incontrerà per caso una dolce ragazza e la sua vita cambierà dall’oggi al domani…

Gallienne ha interpretato questo suo lavoro prima a teatro dal 2008 al 2010 e poi nel 2013 ne ha presentato la versione cinematografica al festival di Cannes, conquistandosi poi cinque premi César (gli Oscar francesi) tra cui quello per il miglior film e il miglior attore. In scena ora a Parigi alla Comédie con ben due Molière, sta lavorando all’adattamento di Alla ricerca del tempo perduto di Proust, ambientandola tra gli anni ’70 e il 2000, mentre per giugno è previsto il debutto del balletto Of Love and Rage di cui ha scritto la drammaturgia per il coreografo ucraino Alexel Ratmansky.

“Per fortuna non ho mai giudicato nessuno per le sue inclinazioni sessuali e non condivido chi lo fa, come se la sessualità fosse un’identità. Dipende molto dal tipo di società: tante sono ancora tragicamente omofobe, transfobiche e machiste. Mi sembra tuttavia che la questione del genere sia in piena evoluzione. Tre anni fa ho insegnato alla Princeton University e ho avuto studenti non binari che si rifiutavano di essere ridotti a un genere e mi ci rivolgevo con il pronome they. In Francia oggi usiamo iel. Mio figlio di 15 anni non ha mai pronunciato un insulto omofobico e non comprende come possa essere diversamente. Per un padre che ha passato quello che ho passato io è confortante.”

A innamorarsi del testo dopo averlo visto a Parigi è stato l’attore Gianluca Ferrato che ricordiamo calato nelle complesse dinamiche psicologiche dello scrittore Truman Capote e che in questi giorni è reduce dalla tournée di Cosi parlò Bellavista, tratto dal romanzo di Luciano De Crescenzo, in cui interpreta il personaggio del milanesissimo dottor Cazzaniga in trasferta a Napoli.

 

“La storia di Guillaume è quella che, senza saperlo, stavo cercando. Parla di cliché e stereotipi. Bisogna continuare a parlare di identità, non dobbiamo indietreggiare, non aver paura di dire la verità, di chiamare le cose con il loro nome. Cosa definisce un uomo agli occhi della società? Vorrei rispondere: il suo modo etico di stare al mondo, la sua capacità di essere onesto soprattutto con se stesso, la sua riconoscenza nei confronti del genere umano e quindi degli altri. La realtà ci dice invece che forse a definirlo sono il successo, i premi e l’apparenza. Personalmente tengo per me l’assoluto bisogno di definirmi agli occhi del mondo per ciò che sono, prima di ciò che appaio.”

Gianluca, diretto con perizia dal regista Roberto Piana che si è avvalso dell’adattamento drammaturgico di Tobia Rossi e delle scene di Yasmin Pochat, è il protagonista di un rutilante one man show in cui interpreta tutti i personaggi, maschili e femminili, in una performance dai ritmi serratissimi, tante sono le trasformazioni con le quali riesce a sorprenderci. Diversi sono anche i registri e le intonazioni della voce: prima tenero bambino che sogna regine e principesse, poi ragazzino alle prese con bullismo e omofobia, in seguito adolescente innamorato e infine confuso e smarrito adulto in cerca di se stesso. “Ho scelto la strada della libertà creativa, del gioco, persino dell’esagerazione. Mi sono affidato all’istinto e mi sono divertito e continuo a farlo ogni sera.”

Assai lusinghiero è il giudizio di Gallienne sulla messa in scena: “La regia di Roberto è colorata, piena di ritmo e fantasia. Gianluca è un attore straordinario: riesce a essere al tempo stesso raffinato e stravagante, profondo e grottesco. Dopo il debutto dello scorso autunno al Quirino di Roma e un festeggiato passaggio in aprile al teatro Erba di Torino, Tutto sua madre sarà il 21 e 22 maggio al NEST Napoli Est Teatro, per poi tornarci nel corso della prossima stagione ma questa volta al teatro Bellini.